Viaggio per immagini dal Sahara all'Europa

Sule Hamza è un ventiseienne artista e pittore nigeriano.
Diplomato in Arte al politecnico di Auchi, la sua città natale, è giunto in Italia nel gennaio del 2016 come rifugiato richiedente asilo.
Durante una calda mattina di luglio mi ha concesso una breve intervista nel suo atelier: una stanza della residenza Fersina, la ex caserma gestita da Cinformi (PAT) che a Trento sud ospita i profughi richiedenti asilo.
Convinto che l'arte sia il mezzo migliore per comunicare, dipinge e disegna moltissime opere, spesso di carattere autobiografico.
Nel ciclo di acquarelli ritratti in questo post, che mi ha gentilmente permesso di fotografare e riprodurre, ha voluto rappesentare il viaggio che ha intrapreso per raggiungere l'Italia.
Sule, come racconta lui stesso nell'intervista a piè pagina, è partito dalla Nigeria e ha iniziato la traversata del Sahara su un pick up che navigava a tutta velocità tra le dune, rischiando, come realmente accaduto a molti, di cadere nella sabbia e di essere abbandonato nel deserto.
Passata la prima notte in una grotta infestata da scorpioni e serpenti, il viaggio sui foristrada è proseguito nei giorni seguenti e, dopo aver attraversato una serie di valli rocciose, lo ha portato finalmente in Libia.
La permanenza nell'ex colonia italiana è stata, per Sule e per tutti i migranti subsahariani, un'esperienza terribile della quale pochi parlano.
In assenza di uno stato di diritto garantito da un governo centrale stabile, le angherie nei confronti dei profughi (furti, violenze e anche omicidi) sono tutt'altro che infrequenti.
Dopo l'imbarco su un gommone Sule ha iniziato, insieme ad altri, la traversata del Mediterraneo, fino a quando una nave della Guardia Costiera Italiana ha incrociato l'imbarcazione e salvato i migranti.
Guardando le opere di Sule Hamza è difficile non accorgersi di come uno dei pregi maggiori sia quello di saper comunicare, senza retorica e con grande empatia, le condizioni terribili del viaggio.
Come già per le Guerre Mondiali l'arte svolge qui, oltre ad una testimonianza storica di una questione poco presente nei media europei, anche un'importante funzione psicoanalitica, aiutando nel percorso di rielaborazione dei lutti e delle esperienze traumatiche, altrimenti destinati a rimanere confinati nelle coscienze dei singoli migranti.
Come rilevato infatti da Medici Senza Frontiere e da altre organizzazioni che si occupano della salute, anche mentale, dei profughi, i migranti fanno fatica a parlare di ciò che gli è successo, provano un senso generale di vergongna e spesso, come accaduto ai reduci della Shoah, temono di non essere creduti.

Sule Hamza, Sahara-Italia: partenza, 2016
(foto: Luca Pisoni)


Sule Hamza, Sahara-Italia: la grotta, 2016
(foto: Luca Pisoni)


Sule Hamza, Sahara-Italia: cadere e perdersi nel deserto, 2016
(foto: Luca Pisoni)


Sule Hamza, Sahara-Italia: Duruku, 2016
(foto: Luca Pisoni)


Sule Hamza. Sahara-Italia: l'arrivo in Libia 2016
(foto: Luca Pisoni)


Sule Hamza, Sahara-Italia: la traversata del Mediterraneo, 2016
(foto: Luca Pisoni)


Sule Hamza, Sahara-Italia: i soccorsi italiani, 2016
(foto: Luca Pisoni)

Luca Pisoni, intervista a Sule Hamza, Trento (Italy), 22 luglio 2016

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