C'è vita alla Sloi

In questa pagina una parte del reportage fotografico che ho realizzato nell'aprile 2010 alla ex Sloi, fabbrica abbandonata alla periferia  nord di Trento, rifugio di migranti e senzatetto.
Tra i capannoni abbandonati, tracce di vita quotidiana come pentole, bottiglie di alcolici, rifiuti e focolari organizzati alla meglio.
I murales sono probabilmente da riferire all'occupazione simbolica avvenuta negli anni scorsi da parte di un gruppo di artisti per sottolineare i gravi problemi relativi al degrado civile e ambientale dati dalla fabbrica.
Una ricerca che difficilmente rimane confinata nei limiti dell'Archeologia del Presente o dell'Archeologia Postmedievale ma che ha strettamente a che fare con i Material Culture Studies e con l'antropologia sociale e culturale che si occupa di luoghi, oggetti e cose.
Le cose, che danno titolo a questo blog, sono uno dei più formidabili mezzi di comunicazione non scritta quotidianamente utilizzati da milioni di persone, fonte preziosa di informazione anche per epoche che, solo apparentemente, sono dominate dal portato informativo di tweets e video.



Stanza attrezzata con tende di stracci. In basso a sinistra un pupazzo di peluche

Focolare realizzato all'interno di un bidone di latta situato nella stanza ritratta nella foto precedente.

Bottiglia di super alcolico

Sloi: panoramica #1

Focolare a terra con i resti bruciati di cavi elettrici e di un trave

Resti di un focolare in mattoni

Sloi: panoramica #2

Sloi: panoramica #3

Esiti materiali di convivialità: due pentole e due sedili in mattoni

Sloi: piazzale intenro

Sloi: cumuli di rifiuti

Murales: c'è vita alla Sloi

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